Il progresso e la modernità sono corrotti, l’uomo è allo stremo, può risorgere solo prestando attenzione alle piccole cose, affrontando l’ignoto che è davanti e intorno a noi (anche) attraverso una dimensione emotiva che abbraccia la poesia, grande consolatrice.
Perché “Un mondo che si è fatto velocissimo richiede una letteratura semplice e breve, diretta e limpida. E le persone che leggono vogliono essere consolate e orientate”.
E allora Franco Arminio ci conduce per mano in un viaggio tra vita e poesia, le sue poesie. Spiegandoci che è una “costituzione” preziosissima la nostra, che dobbiamo custodire e mantenere vitale attraverso il provocare e l’essere provocati da meraviglie “impreparate”. Perché vivere “è una piccola, breve, irripetibile occasione”. E la cosa migliore che si possa fare è “guardare”: regalare attenzione, riconoscere i piccoli grandi mutamenti e le ostinazioni di ogni giorno, di ogni uomo. E poi amarli. E amarsi. “Io vorrei un’umanità follemente sentimentale; perché siamo più belli quando cominciamo a sfiorarci”.
Poeta, scrittore e regista, autodefinitosi “paesologo”, Franco Arminio ha raccontato i piccoli paesi d’Italia descrivendo con estrema realtà la situazione soprattutto del Mezzogiorno d’Italia. Animatore di battaglie civili, collabora con diverse testate locali e nazionali e ha realizzato vari documentari. Il suo ultimo lavoro è Canti della gratitudine (2024).