Affrontare il pensiero arcaico per riflettere su ciò che ci rende quel che siamo, e su quale sfida dobbiamo accettare per non dimenticare la nostra vera natura. Affidandosi alla portata eterna dei versi dei pensatori antichi, dominati da una enigmatica complessità, Matteo Nucci si concentra su una questione quantomai urgente: indagare quel confine incerto fra l’essere umano e la sua parte animale, e dunque il modo in cui l’uomo abita il mondo.
Passando attraverso la rilettura dei miti in cui umano e animale s’intrecciano in creature fantastiche (dal Minotauro alla Sfinge), e l’opera di scrittori come Dürrenmatt e Hemingway, o poeti come Kavafis e García Lorca, Nucci ci pone dinanzi al potere di certe riflessioni e storie antiche che ci consegnano ancora oggi una chiave per leggere con occhi nuovi la nostra natura mortale.
Matteo Nucci è nato a Roma nel 1970. Ha studiato il pensiero antico e ha curato un’edizione del Simposio di Platone (Einaudi 2009). Ha pubblicato per Einaudi anche Le lacrime degli eroi (2013) e Achille e Odisseo. La ferocia e l’inganno (2020 e 2022) e, per Ponte alle Grazie, Sono comuni le cose degli amici (finalista al Premio Strega 2010), Il toro non sbaglia mai (2011), È giusto obbedire alla notte (finalista al Premio Strega 2017), L’abisso di Eros. Seduzione (2018). Il suo ultimo libro è Il grido di Pan (2023), edito da Einaudi.