Ecco l’ignoto che si palesa in una delle sue forme più imprevedibili e torbide, quella di un quadro (apparentemente) idilliaco squarciato dall’omertà del presente e dai fantasmi del passato, che tornano a galla per (ri)scrivere una storia diversa, impensata, non voluta, ma che era necessario portare alla luce.
Come nel nuovo libro di Jacopo De Michelis, La montagna nel lago, un thriller veloce ma ricco di atmosfera, dove gli sprazzi di luce di un tranquillo borgo di pescatori con le reti stese al sole si alternano ad affondi bui come le profondità del lago, come gli abomini della Storia, come gli abissi dell’anima, sullo sfondo dei torbidi anni della Repubblica di Salò.
De Michelis presenta al pubblico il suo nuovo lavoro che si lega a doppio filo al tema del Festival e alle sue tante interpretazioni, spingendoci a cercare assieme ai protagonisti del suo libro la risposta a domande che ne sono apparentemente prive, invitandoci a rincorrere sempre e con forza la verità, anche quando giace sepolta in tempi lontani e oscuri.
Jacopo De Michelis è nato a Milano nel 1968 e vive a Venezia, dove lavora come editor presso Marsilio Editori. È stato traduttore, curatore di antologie, consulente editoriale e docente di narratologia alla NABA di Milano. Appassionato di fotografia, pubblica i suoi scatti su Instagram come @geidiemme. Nel 2022 ha pubblicato con Giunti il suo primo romanzo, La stazione.