Lo strumento della parola (la voce) per creare il manifesto di un nuovo Umanesimo disegnato dai giovani; la musica (il pianoforte) per coltivare la bellezza, missione che ogni artista deve perseguire nel mondo. L’incertezza, la molla che deve farci progredire nel nostro percorso verso la rinascita, la conoscenza, la consapevolezza.
“Franco Battiato una volta mi disse di non arrivare mai ad avere l’arroganza di essere convinto di scrivere una canzone più bella di una che si sia già scritto. In qualche modo siamo solo dei tramiti tra la terra ed il cielo. Solo la connessione con il mondo e l’umiltà può consegnarci dei segnali autentici da trasformare in nuova arte”.
Giovanni Caccamo nasce a Modica nel 1990. Nel 2012 l’incontro decisivo con Franco Battiato che lo sceglie per aprire i suoi concerti, da cui inizia un percorso di cantautore con una profonda vocazione artistica che non rinuncia a confrontarsi con il pubblico. Nel 2015, vince al Festival di Sanremo fra le “Nuove Proposte” e l’anno successivo è terzo tra i Big. Ambasciatore Unesco Giovani, Tutor alla scuola di Amici, ha rappresentato l’Italia al concerto di Parigi per il 50° anniversario dell’Earth Day. Con Parola è arrivato al quarto album: ogni canzone è ispirata a un testo, da Pasolini a Che Guevara ad Andrea Camilleri, che prima dell’esecuzione viene letta da una voce d’eccezione, fra le altre quelle di Willem Dafoe, Michele Placido, Aleida Guevara e dello stesso Camilleri che, postumo, ricorda che “Le parole hanno un peso”.
Con il libro appena uscito “Manifesto del cambiamento. Parola ai giovani” Caccamo si fa interprete della voce delle nuove generazioni per la società del futuro, raccogliendo testimonianze utili a ritrovare la bussola interiore per essere la scintilla del cambiamento.