Una riflessione sul senso attribuibile oggi alla lettura e alla scrittura, in un percorso in cui la letteratura diventa carne viva e bussola insostituibile, ancorché fracassata dalla nuova dimensione digitale, per orientarci attraverso il vuoto e le incertezze del mondo contemporaneo. Eraldo Affinati ci conduce in una narrazione autobiografica tra scuola, viaggi, letteratura, storia, alla luce del suo nuovo libro “Delfini, vessilli, cannonate” dove l’autore identifica, compone e raccoglie i tasselli più significativi della sua vita: dove ci trascinano le guerre? Come possiamo pensare l’Italia? Cos’è la vera libertà? Perché le macerie ci parlano? Chi è la madre? A quale memoria dobbiamo credere? Fino a che punto siamo disposti ad abbracciare nostro padre?
Eraldo Affinati vive nella capitale e insegna alle scuole superiori. È tra i più importanti narratori che si sono rivelati negli anni Novanta. Ha esordito con un saggio nel 1992, Veglia d’armi. L’uomo di Tolstoj. La sua prima opera di narrativa è del 1993, Soldati del 1956. Ha un grande successo di critica soprattutto con Bandiera bianca (1995) e Campo di sangue (1997), entrambi editi da Mondadori. Fra i suoi libri si ricordano anche Un teologo contro Hitler. Sulle tracce di Dietrich Bonhoeffer (2002); La città dei ragazzi (2008); Peregrin d’amore. Sotto il cielo degli scrittori d’Italia (2010); Elogio del ripetente (2013); L’uomo del futuro. Sulle strade di don Lorenzo Milani (2016); Via dalla pazza classe. Educare per vivere (2019). Con Marco Gatto: I meccanismi dell’odio. Un dialogo sul razzismo e i modi per combatterlo (2020). Ha fondato, insieme alla moglie Anna Luce Lenzi, la Penny Wirton, una scuola di italiano per immigrati diffusa in oltre cinquanta postazioni sul territorio nazionale. L’ultima opera, pubblicata per HarperCollins, s’intitola Delfini, vessilli, cannonate (2023).